mercoledì 22 maggio 2013

SE IN UNA NOTTE DEI MUSEI UNA VIAGGIATRICE...

Cari Amici,

come sempre capita, anche sabato scorso ho tirato fino a tardi, ma invece della solita birra ha vinto un'insolita uscita: quella nella "Notte dei Musei". Questa lodevole iniziativa, partita in Francia nel 2005 e patrocinata dall'Unesco e dal Consiglio d'Europa, consiste nell'aprire musei e aree archeologiche nelle ore notturne per permettere anche a coloro che "non si trovano con gli orari" di visitare questi luoghi gratuitamente e arricchire così il proprio bagaglio culturale. Dunque, quale migliore occasione per mettermi in (vagabon) viaggio e andare alla scoperta di nuove meraviglie? 
Una mezz'oretta di strada ed eccomi a Larino, l'antica Larinum, cittadina molisana prima importante presidio sannita e poi municipio romano. Qui il caro amico Oscar de Lena ha organizzato, in collaborazione con l'Archeoclub di Termoli, la locale "Notte dei Musei", con tanto di visite guidate e altre interessanti proposte.
La prima tappa non poteva che essere la Basilica Cattedrale di San Pardo, eretta su un preesistente edificio religioso e consacrata nel 1319. 
La città di Larino
La facciata è divisa in due parti. Su quella inferiore si apre il portale decorato con colonnine tortili e ricchi capitelli, mentre sul livello superiore si può ammirare un particolare rosone a tredici raggi. L'interno ha subito negli anni diversi "restauri" ma oggi si presenta com'era in origine, cioè come un tipico esempio di Romanico Meridionale. Si conservano, anche se pressoché illeggibili, degli affreschi tra cui Sant'Orsola e il rapimento delle Vergini (XIV secolo) e L'Annunciazione (1532). Annesso alla Cattedrale si trova il Museo Diocesano che ospita, oltre a diverse statue lignee, le opere del pittore molisano Paolo Gamba (Ripabottoni, 1712-1782), allievo del napoletano Francesco Solimena (1657-1747).
Il museo diocesano di Larino
Mentre ammiro cotanta bellezza, ho il piacere di imbattermi in Giuseppe Mammarella, archivista della Curia Vescovile e autore di libri di storia locale. Mi fa dono di due volumi e mi annuncia il suo prossimo lavoro: una monografia di Monsignor Nicola Silvestris (1911-1966), mio prozio e Vicario Generale della Diocesi di Larino dal 1941 al 1955. Dice di conservare di lui un ricordo dolcissimo e mi chiede di scavare negli album fotografici e nella biblioteca di famiglia alla ricerca di materiale da pubblicare. Giuseppe Mammarella sfonda una porta aperta...
Giuseppe Mammarella
A pochi metri dal Duomo sorge il Palazzo Ducale, oggi sede del Municipio, del Museo Civico e della Biblioteca Comunale "B. Preziosi". L'appuntamento è con tre splendidi mosaici policromi. Quello della Lupa, risalente al III secolo, è davvero interessante. L'animale è raffigurato nell'atto di allattare due gemelli (vi ricorda qualcosa?), sotto gli occhi di due pastori, e ha un manto tigrato. Tutto il mosaico si presenta come una striscia rettangolare che attraversa il centro della stanza e può essere osservato da un solo punto. Alla base della scena principale, un mosaico con decorazioni geometriche, a mo' di tappeto, e, nella cornice che lo adorna, rappresentazioni di cacciatori che affrontano bestie feroci. Nel periodo in questione, i Romani diventano più abili nella navigazione e si spingono fino alle coste africane dove vedono cose nuove. Il mosaico ha uno stile sicuramente "esotico" e quasi emana la "sorpresa" dei conquistatori di fronte a un mondo strano e inusuale. 
La città di Larino
La città di Larino
Ultima fermata: Villa Zappone e Anfiteatro Romano, uniti da quello che sembra un abbraccio architettonico. Si potrebbe dire che Villa Zappone sia nata dall'Anfiteatro come Eva dalla costola di Adamo. Fu costruita agli inizi del Novecento, in stile Liberty, con materiali provenienti dal monumentale complesso termale prospiciente l'Anfiteatro. Alcuni marmi policromi che ornavano le pareti delle Terme furono utilizzati per il pavimento della biblioteca privata della famiglia Zappone. In giardino spuntano i mosaici del III secolo, resti delle Terme. Più in là un sentiero introduce il visitatore direttamente nell'Anfiteatro che, di forma ellittica e a quattro porte, poteva contenere circa diciottomila spettatori, segno dell'importanza della città. 
La città di Larino
Se siete da quelle parti, fateci un pensiero. Non ve ne pentirete!  





0 Comments:

Posta un commento